Wednesday 30 December 2009

So true

The road to hell is paved with good intentions.

Tuesday 29 December 2009

The promised land

His name is J, and he was born in Liberia. When he was 2, his father died in the Liberian war, and his mother moved to Ghana married to another man. He moved with his grandmother, and they lived together for many years; they used to sell wood for a living. After his grandmother died, he decided to look for a better life and ended up in Italy. It was 2006.

Now, after 3 years, he knows just a bit of Italian and is still unemployed. He makes little money by selling stuff house to house: lighters, socks, carpets, the usual, keeping it all in a sport bag that he carries on his back.

Today he is wearing a pair of gloves that my father gave him some time ago, and is drinking coffee. "When I drink coffee, the cold goes away", he tells me.

Around 6 months ago he managed to get an official document that allows him to stay in Italy, as an official immigrant. It took more than 2 years of clandestinity to get it, and it lasts only 6 months. To apply for this paper, he had to fill in a huge load of forms, that he does not understand for he cannot read. In attached he had to provide details of his previous employers (he never managed to get a job) and money (that he does not have).

He lives in a small flat of 3 rooms in a city around 40 km from here, he tells me. The landlord kicked his Moroccan flatmate out last month because he did not pay the rent, which is less than a hundred euros per month. It is the lowest rent I have ever heard of, but J tells me that, still, it is not easy at all to gather that amount.

"It's been 3 years that I've lived by" he says. I ask him if he would like to go back to Liberia, but he says no. He would go to Ghana, where his mother lives, but how? With what money?

I could not even guess how many people are living in a condition similar to J's, who sought for a better life in this promised land, and too late realized that this place does not have much for them. In many cases their life is even worse than it was back in their homecountries, but it takes money and documents to go back, so they can only stay.

Stuck.

Monday 28 December 2009

Calamità

La morsa gelata che ha portato i termometri Italiani ben al di sotto dello 0 sembra aver dato una piccola tregua, e le piogge di questi ultimi giorni sono state decisive, almeno al nord, a levare dalle strade le abbondanti coltri di neve e ghiaccio.

Come ogni anno a Natale arrivano il panettone, il presepe vivente, e in caso di maltempo, disagi a non finire. Prima la neve, poi il ghiaccio, poi le piogge e gli smottamenti, senza tenere conto delle slavine in alta quota.

Si tratta di calamità, come le ha definite l'amministratore delegato di Trenitalia Moretti? Evidentemente considera la neve a dicembre una calamità, non la norma. E' vero che le nevicate sono state abbondanti e le temperature insolitamente basse hanno dato filo da torcere alle ferrovie; è altrettanto vero però, che già da diversi anni arrivano freddo&neve in questo periodo, rendendo fenomeni del genere se non prevedibili, almeno non del tutto inattesi.

La verità è che non è stata presa nessuna misura preventiva per arginare il problema nel caso si presentasse. Il modo di fare da queste parti è rimasto quello, purtroppo, di agire quando la situazione è ormai fuori controllo, con misure di ripiego e rattoppo.

Resta del tutto inutile, demagogico e fuorviante continuare a dire che almeno il sistema ferroviario non si è fermato del tutto, come successo in altri Paesi. Quali Paesi? Dove è successo che i treni sono stati completamente bloccati a causa del maltempo? E anche se fosse, la logica del meno peggio non funziona: non ce ne frega niente se in altri stati la situazione è peggiore della nostra (cosa che peraltro è tutta da dimostrare); le cose devono funzionare QUI, punto.

Azzardarsi come Moretti a dire che i passeggeri dovrebbero munirsi di coperte e panini prima di mettersi in viaggio non suona affatto come un consiglio, bensì una presa in giro di pessimo gusto.

Thursday 24 December 2009

Istruzioni per commenti

A seguito di numerose richieste di spiegazioni su "come diavolo si fa a commentare sto blog?", mi sento in dovere di fornire alcune dritte.

Premetto che NON è difficile. I passaggi sono pochi: per commentare un post, si clicca su "commenti", scritta rossa in fondo al post stesso. Fatto?

Poi, c'è il box dove inserire il testo del commento; sotto di esso, si tratta di scegliere come identificare l'autore del commento (voi). Fatto?

Sotto il box, dove c'è scritto "commenta come", avete varie possibilità. Quella più veloce è selezionare NOME/URL. Uscirà una finestra dove inserite il vostro nome, non c'è bisogno di inserire nessuna URL. Vi siete identificati. Fine.

Riponete il vostro scatolone fabbricone dove l'avete preso, e rimettete le forbici con la punta arrotondata e la colla vinilica nel cassetto, facendovi per questa operazione aiutare da un adulto.

Se non funziona, fatemi sapere che strolicherò ancora.

Domande? Commentate.

Back to Lapland









So this is Christmas








Cardiff by night

















Monday 14 December 2009

Parli del diavolo

Non faccio in tempo a cliccare su "pubblica post" che, leggendo gli ultimi sviluppi della storia del tiro al bersaglio, mi imbatto in ste cose.

Riporto pari pari.

Maroni:
"Valutiamo di oscurare i siti internet che incitano alla violenza". Lo ha detto il ministro degli Interno, Roberto Maroni, al termine del vertice in prefettura a Milano. "Berlusconi ha rischiato di essere ferito gravemente, di essere ucciso", ha proseguito il ministro. Nonostante questo , afferma Maroni, "un esponente del Pd (Bindi, ndr) non ha trovato di meglio che dire 'non faccia la vittima'".

Alfano:
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si dice "molto preoccupato" per quanto successo. "Il fatto non può essere derubricato al gesto di un folle - ha detto il ministro - è una questione più complessa".

Napolitano:
"Si deve tornare a un normale e civile confronto tra le forze politiche e le istituzioni. Non si alimentino tensioni, si misurino le parole: nelle piazze, nei congressi di partito e in tv, ciascuno - ha concluso Napolitano - faccia la sua parte restando nei limiti fissati dalla Costituzione".

Non sono passate nemmeno 48 ore, che già si parla di oscura qua e là.
Importante commento del Presidente della Repubblica: si misurino le parole, ovunque. Utile come sempre, eh?!

Occhio alla statua!

Quando me l'hanno detto, ieri sera, non ci credevo.

"Ma hai visto cosa è successo a Berlusconi?"

"Mmm..no. Cosa?"

"E' stato colpito in faccia da un tizio, c'è il video sul sito della bbc. E' pieno di sangue."

Corsa rapida nei meandri della rete, fatti passare in serie Ansa, BBC, Reuters. Pare che abbia preso una bella botta. Lo confermano, oltre alle foto, una prognosi di venti giorni, due denti rotti e una lesione massiccia del setto nasale, che va già bene che non sia rotto.

E il pericoloso attentatore? Chi diavolo è? Un quarantaduenne con problemi mentali che vive coi genitori e non si interessa di politica.

Strano? No, non credo.

Sia chiaro fin da subito che non sono tra quelli che dicono "ben gli sta". Ma d'altra parte mi viene da pensare che questo gesto rifletta, in qualche modo, il crescente malcontento del Paese nei confronti del premier.

Il fatto che l'autore del malsano gesto non sia un attivista, nè un criminale, nè un centro-socialista o un ex brigatista, insomma uno qualunque, rafforza ancora di più quest'idea.

Non si tratta solo di politica, ma anche e soprattutto di un'overdose di faccende che i cittadini non approvano, dai processi alle prostitute ai festini alle insinuazioni e chi più ne ha più ne metta.

Ha preso piede, a mio parere, un sentimento del tipo "non lo sopporto più! non riesco nemmeno a vedere la sua faccia!"

Quello che mi auguro non succeda, ma che temo, è che questo episodio non vada a finire tra le carte del vittimismo che al premier piace sempre più spesso giocare.

Se per caso saltasse fuori che Tartaglia da piccolo sognava di fare il giudice poi, apriti cielo.

Almost there

A few days left in the Welsh habitat, and then 3 whole weeks off for me!

Back to the heartland of the marubein, gnulein, caplèt or whatever you call them.

Dai c'as va!

Thursday 10 December 2009

Booze directly to your front door

Ho trovato qualcos'altro che si può definire "British" in tutto e per tutto. E in questo caso soprattutto per la stravaganza del servizio.

Allora, chiudete gli occhi e immaginate, questa è la situazione: tardo pomeriggio di un sabato invernale, non avete molti piani per la sera quindi invitate qualche amico a casa vostra "e poi si vedrà."

Diamine! Ci sono solo 3 birre in frigo, e fuori c'è un tempo orrendo, indi è escluso avventurarsi verso il supermercato. Che si fa?

Ma certo! BOOZERS, The alcohol delivery service! Che altro non è se non un fornitore a domicilio di alcohol, disponibile, oltre al solito numero telefonico, su un sito internet e su facebook.

Slogan di pari passo col servizio: You Booze We Cruise.

Tra l'altro, oltre agli alcolici, potete ordinare anche "cigarettes, mixers, snacks" comodamente dal vostro divano dentro casa.

Fantastico eh?! Ho i miei dubbi.

Se c'è una cosa di cui un Paese come il Regno Unito (e il suo enorme problema di giovani+alcohol) poteva fare a meno, è proprio questa. Ora, per convincere qualcuno a non "getting wasted" solo perchè non c'è altro da fare non è rimasto nemmeno il freddo e il gelo. Certo, un tipo di servizio come questo si adatta perfettamente con una pratica piuttosto diffusa tra i British, quella di uscire solo per distruggersi di bicchieri. Lo scopo della serata non è per primo quello di trovarsi con amici e intanto farsi un numero imprecisato di birre, ma il contrario. Si esce prima per bere e poi per vedere qualche amico; idea alquanto triste, nonostante siamo stati tutti 16enni.

Sicuramente l'ideatore di questo business avrà parecchio da lavorare con l'arrivo dell'inverno. Se poi fa tanto a gelare o a nevicare (mah..) vedrete quante telefonate e/o email.

Unico ipotetico neo: il prezzo. Non credo farsi portare da bere a casa costi poco, ma sicuramente ci saranno delle promozioni. Più bevi, più risparmi.

Tuesday 8 December 2009

Intossicazione mediatica?! Tzè!

In occasione della cerimonia per la festività dell'8 dicembre, Papa Ratzinger ha affermato che attraverso i media "il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci".

Ha poi continuato dicendo che questa "intossicazione" mediatica conta almeno quanto l'inquinamento atmosferico delle città, e appunto, ci avvelena.

Vorrei fare solo un paio di appunti a queste affermazioni: dove stanno allora l'Osservatore Romano, il Secolo XIX, Radio Vaticana e tutte le varie voci mediatiche proprie della Chiesa? Faranno parte della lista di quelli che "amplificano il male" o fanno gruppo a parte?

E premettendo che penso sempre male e che mi cibo di teorie complottistiche, come la mettiamo col fatto che i media internazionali si sono recentemente occupati a fondo dell'alto numero di ecclesiastici arrestati per reati di pedofilia e abuso di minori? Dopo la trafila di casi negli States, ora in Irlanda e in altri posti, con storie che sono a dir poco raccapriccianti.

Sono molte le voci che chiedono al Vaticano commenti, prese di posizione chiare, delucidazioni che si ostinano a non arrivare.

Da queste parti si parla, in casi come questo, de "l'elefante nella stanza", dove l'elefante è il gigantesco problema che si fa finta di non vedere.

Questo è l'atteggiamento della Chiesa, altro che intossicazione mediatica.

Monday 7 December 2009

Neil Young - Tell me Why (After the Gold Rush, 1970)

Sailing heart-ships thru broken harbors
Out on the waves in the night
Still the searcher must ride the dark horse
Racing alone in his fright.
Tell me why, tell me why

Is it hard to make arrangements with yourself,
When your old enough to repay but young enough to sell?

Tell me lies later, come and see me
I'll be around for a while.
I am lonely but you can free me
All in the way that you smile
Tell me why, tell me why

Is it hard to make arrangements with yourself,
When your old enough to repay but young enough to sell?

Tell me why, tell me why
Tell me why, tell me why

Much too young

It was pink. It was young. It was pink and young, and full of expectation about its future and joie de vivre. It is with extreme grief that I add 1 X more to the list of umbreallas casualties, defeated by the strenght of the weather.

Just when the situation looked almost under control, and the city was enjoying some last days with slices of sunshine and no wind, a little innocent creature, bought in a supermarket round the corner for £1,99 gave its life to protect those who were under it.

The city of Cardiff is considering dedicating this day to this last young umbrella which lost its life for its owner.

A memorial is being planned, which with all probability will be a grave entitled to the "unknown umbrella."

Hail!

Wednesday 2 December 2009

Telling the Truth

Storm update

This few words to communicate to the nation that the weather cataclysm of these weeks has caused another victim through the respected umbrellas species.

The death tool rises to 13. The identity of the last victim is still unknown, as the owner.

As mentioned already, we strongly recommend all the cheap-stores umbrellas, particularly those bought in Primarkt, to stay inside and not to leave their places of living if not in real need to do so.

Further communications will follow as soon as possible.

May god save us from what we are doing.