Thursday 21 April 2011

Cittadini del Nulla

L'italiano è come un criceto nella ruota.

Corre, corre. Crede di andare avanti, di arrivare da qualche parte. In realtà, se stesse fermo per lui non cambierebbe nulla. Rimarrebbe esattamente dove si trova, ma almeno senza fare fatica e produrre energia tutta la vita per il sistema, che alla ruota è collegato. Si è ormai assuefatto alla ruota, al suo zampettare per pagare le tasse fino a estate inoltrata prima di poter spendere anche un solo euro del suo lavoro e a mantenere una macchina dei parassiti, enorme, di politici, para politici, concessionari e strutture pubbliche di ogni tipo.

La giustizia nelle sue varie forme, fiscale, penale, civile lo può colpire sempre e comunque, onesto o disonesto che sia, e diventa implacabile se rallenta la sua corsa nel produrre reddito o emette uno squittio di troppo.

Ci siamo abituati al degrado, un giorno alla volta.

Ci sembra normale lottare, difenderci dallo Stato per il riconoscimento di un qualunque diritto o sostituirci ad esso per la sanità, la scuola, per proteggere l'ambiente. Molti non hanno conosciuto altra realtà al di fuori di quella del criceto in gabbia. Non uscirebbero dalla ruota neppure con lo sportello della gabbia aperto. Credono che il mondo sia soltanto un'immenso negozio di ruote di criceti. Una vale l'altra, perché cambiare? Fuori dalla porta di casa c'è la giungla. Nella casella della posta, dove un tempo c'erano le cartoline, ci sono multe, bollette (ma quante sono?), avvisi di Equitalia, raccomandate dell'Agenzia delle Entrate. Quando nasci prima del nome ti attribuiscono il codice fiscale.

"No Taxation without Representation", la regola americana che nessuna tassa va pagata dai cittadini senza una loro rappresentanza reale nelle Istituzioni è diventata "Taxation without Representation". Paghi, subisci e metti una croce sul simbolo dei tuoi padroni. Ci hanno rubato il senso di appartenenza a una comunità, allo Stato. Siamo cittadini del Nulla. Questa è forse la cosa più grave. Non ci riconosciamo più neppure tra di noi. Da questo dobbiamo ripartire, dalla creazione del senso del bene comune, della creazione di spazi di felicità, di costruzione del futuro e dell'orgoglio di appartenere a un progetto di Nazione.

(dal blog di Beppe Grillo - qui l'intero post)